25 gennaio 2014

Ashes and Snow

"Da quando abbiamo dipinto
 le loro sagome
sulle pareti delle grotte 
35.000 anni fa,
 gli animali hanno 
abitato le nostre storie,
 i nostri sogni 
e le nostre immaginazioni."




Gregory Colbert è un fotografo e regista canadese creatore della mostra Ashes and Snow, un'esperienza coinvolgente che unisce opere fotografiche, film e sonorità della natura alloggiati in una struttura itinerante costruita appositamente e chiamata il Museo Nomade.
Ashes and Snow è un progetto trentennale iniziato nel 1992, che, tramite la fotografia, vuole comprendere e celebrare il rapporto degli uomini con gli altri animali. Le opere di Colbert esprimono questa profonda conversazione universale fatta di linguaggi non verbali cercando “le sensibilità poetiche  di tutte le specie”; fanno parte, per questo, della più completa collaborazione inter-specie mai creata.



L’autore pensa il suo lavoro come “una celebrazione di tutta la natura , di un'orchestra che non riproduce i suoni di un musicista, la musica di una specie, ma piuttosto l'espressione di tutte le canzoni della natura .” Ed è dunque dal 1992 che Colbert viaggia in tutti i continenti per collaborare con centinaia di specie animali e con i popoli che condividono con esse i territori nativi; questo lavoro l’ha portato in Antartide, India, Egitto, Birmania, Tonga, Australia, Malesia, Sri Lanka, Namibia, Kenya, Tanzania, Thailandia, Cina, ad esplorare l’Artico, le Azzorre e il Borneo. In questi viaggi  ha incontrato, fotografato e filmato elefanti, balene, lamantini, ibis, gru, aquile reali, rinoceronti, ghepardi, leopardi, licaoni, babbuini, suricati, gibboni, oranghi, pinguini, panda, orsi polari, leoni, mante giganti e coccodrilli. Collaboratori umani includono Boscimani, Tsaatan, Masai, Chong, Kazaki e le persone provenienti da altre tribù indigene di tutto il mondo.


I suoi lavori li ho visti purtroppo solo attraverso il computer, ma nonostante non li abbia potuti gustare in maniera più ampia, mi hanno davvero affascinato; hanno una componente poetica e spirituale e sono capaci davvero di risvegliare il nostro legame con la natura, un'antica memoria presente in noi, di un momento in cui abbiamo vissuto in equilibrio con i nostri animali parenti e di investigare l’intangibile connessione profonda tra tutti gli animali, compresi gli umani. Questo legame si sta sempre più affievolendo nell’uomo fortemente civilizzato, ma non è perduto completamente; Colbert ritiene che “stiamo distruggendo ciò che resta della biblioteca vivente che è la natura” e con la sua arte punta a creare “una libreria intangibile della meraviglia del mondo naturale, che ci ricorda ciò che è stato perduto”.


Colbert spiega sul suo sito come riesce ad ottenere queste magnifiche immagini: "Cerco di creare un clima di fiducia che apre la strada per le interazioni spontanee con gli animali. Non è possibile tracciare la rotta di una balena, dettare le peregrinazioni di un ghepardo, dirigere i gesti di un orango o coreografare il volo di un'aquila. Trascorro molto tempo a studiare il comportamento naturale degli animali e sono consapevole delle loro personalità individuali. Credo che gli Aborigeni australiani stavano esplorando gli stessi incantesimi quando dipinsero gli animali, non erano interessati solo a dipingere i contorni dei loro corpi. Erano ugualmente interessati al copro e alla vita interiore degli animali. Le pitture rupestri del deserto del Kalahari in Africa e l'arte di altre tribù indigene di tutto il mondo dimostrano la loro capacità di guardare gli animali dall'interno verso l'esterno.  Questo è ciò che mi ha ispirato per iniziare Ashes and Snow nel 1992. La nostra percezione della natura è stata spesso umano-centrica. Spero di vedere il mondo attraverso gli occhi di una balena, un elefante, un lamantino, un meerkat, un ghepardo, un'aquila, e ho cercato di lasciare le finestre e le porte aperte in modo che altri possano condividere lo stesso stupore che ho provato durante la creazione di ogni opera.”


Le opere misurano circa 7 metri per 4 e sono caratterizzate da toni seppia ottenuti con una particolare e antica tecnica chiamata encausto su carta giapponese lavorata a mano.
Il lungometraggio è stato curato dal vincitore di due Oscar Pietro Scalia e collaboratori musicali includono Michael Brook, David Darling Heiner Goebbels, Lisa Gerrard , Lukas Foss, Nusrat Fateh Ali Khan, e Djivan Gasparyan .
La prima esposizione di Ashes and Snow  nella sua istallazione nomade si è tenuta presso l'Arsenale di Venezia nel 2002. Il Museo Nomade ha debuttato poi a New York nel 2005 per poi spostarsi a Los Angeles, Tokyo e Città del Messico.
Le foto utilizzate per questo post fanno parte del progetto Ashes and Snow e sono prese dal sito di Gregory Colbert, per visionare altre splendide foto e approfondire il progetto visitate Gregorycolbert.com


Nell’esplorare il linguaggio comune e la sensibilità poetica di tutti gli animali,
sto lavorando per ritrovare il terreno comune che esisteva quando le persone
si consideravano parte della natura e non fuori da essa.
Il destino delle balene non può essere separato dal destino dell'uomo 
e il destino dell'uomo non può essere separato dal destino di tutta la natura.
Sto esplorando nuove narrazioni che aiutano a costruire un ponte
attraverso i confini artificiali che abbiamo stabilito tra noi e le altre specie

Nessun commento:

Posta un commento