"Da quando abbiamo dipinto
le
loro sagome
sulle pareti delle grotte
35.000
anni fa,
gli animali hanno
abitato le nostre storie,
i nostri sogni
e le nostre immaginazioni."
gli animali hanno
abitato le nostre storie,
Gregory Colbert è un fotografo
e regista canadese creatore della mostra Ashes and Snow, un'esperienza coinvolgente
che unisce opere fotografiche, film e sonorità della natura alloggiati
in una struttura itinerante costruita appositamente e chiamata il Museo Nomade.
Ashes and Snow è un progetto trentennale iniziato nel 1992, che,
tramite la fotografia, vuole comprendere e celebrare il rapporto degli uomini
con gli altri animali. Le opere di Colbert esprimono questa profonda
conversazione universale fatta di linguaggi non verbali cercando “le
sensibilità poetiche di tutte le specie”;
fanno parte, per questo, della più completa collaborazione inter-specie mai
creata.
L’autore pensa il suo lavoro come “una celebrazione di tutta la natura , di un'orchestra che
non riproduce i suoni di un musicista, la musica di una specie, ma piuttosto
l'espressione di tutte le canzoni della natura .” Ed è dunque dal 1992 che
Colbert viaggia in tutti i continenti per collaborare con centinaia di specie
animali e con i popoli che condividono con esse i territori nativi; questo
lavoro l’ha portato in Antartide, India, Egitto, Birmania, Tonga, Australia,
Malesia, Sri Lanka, Namibia, Kenya, Tanzania, Thailandia, Cina, ad esplorare l’Artico,
le Azzorre e il Borneo. In questi viaggi
ha incontrato, fotografato e filmato elefanti, balene, lamantini, ibis,
gru, aquile reali, rinoceronti, ghepardi, leopardi, licaoni, babbuini, suricati,
gibboni, oranghi, pinguini, panda, orsi polari, leoni, mante giganti e
coccodrilli. Collaboratori umani includono Boscimani, Tsaatan, Masai, Chong, Kazaki
e le persone provenienti da altre tribù indigene di tutto il mondo.
I suoi lavori li ho visti purtroppo solo attraverso il
computer, ma nonostante non li abbia potuti gustare in maniera più ampia, mi
hanno davvero affascinato; hanno una componente poetica e spirituale e sono
capaci davvero di risvegliare il nostro legame con la natura, un'antica
memoria presente in noi, di un momento in cui abbiamo vissuto in equilibrio con
i nostri animali parenti e di
investigare l’intangibile connessione profonda tra tutti gli animali, compresi
gli umani. Questo legame si sta sempre più affievolendo nell’uomo fortemente
civilizzato, ma non è perduto completamente; Colbert ritiene che “stiamo
distruggendo ciò che resta della biblioteca vivente che è la natura” e con la
sua arte punta a creare “una libreria intangibile della meraviglia del mondo
naturale, che ci ricorda ciò che è stato perduto”.
Colbert spiega sul suo sito come riesce ad ottenere
queste magnifiche immagini: "Cerco di creare un clima di fiducia che apre
la strada per le interazioni spontanee con gli animali. Non è possibile tracciare
la rotta di una balena, dettare le peregrinazioni di un ghepardo, dirigere i
gesti di un orango o coreografare il volo di un'aquila. Trascorro molto tempo a
studiare il comportamento naturale degli animali e sono consapevole delle loro
personalità individuali. Credo che gli Aborigeni australiani stavano esplorando
gli stessi incantesimi quando dipinsero gli animali, non erano interessati solo
a dipingere i contorni dei loro corpi. Erano ugualmente interessati al copro e
alla vita interiore degli animali. Le pitture rupestri del deserto del Kalahari
in Africa e l'arte di altre tribù indigene di tutto il mondo dimostrano la loro
capacità di guardare gli animali dall'interno verso l'esterno. Questo è ciò che mi ha ispirato per iniziare
Ashes and Snow nel 1992. La nostra percezione della natura è stata spesso umano-centrica. Spero di vedere il mondo attraverso gli occhi di una balena, un
elefante, un lamantino, un meerkat, un ghepardo, un'aquila, e ho cercato di
lasciare le finestre e le porte aperte in modo che altri possano condividere lo
stesso stupore che ho provato durante la creazione di ogni opera.”
Le opere misurano circa
7 metri per 4 e sono caratterizzate da toni seppia ottenuti con una particolare
e antica tecnica chiamata encausto su carta giapponese lavorata a mano.
Il lungometraggio è stato curato dal vincitore di due Oscar
Pietro Scalia e collaboratori musicali includono Michael Brook, David Darling
Heiner Goebbels, Lisa Gerrard , Lukas Foss, Nusrat Fateh Ali Khan, e Djivan
Gasparyan .
La prima esposizione di Ashes and Snow nella sua istallazione nomade si è tenuta
presso l'Arsenale di Venezia nel 2002. Il Museo Nomade ha debuttato poi a New
York nel 2005 per poi spostarsi a Los Angeles, Tokyo e Città del Messico.
Le foto utilizzate per questo post fanno parte del progetto Ashes and Snow e sono prese dal sito di Gregory Colbert, per visionare altre splendide foto e approfondire il progetto visitate Gregorycolbert.com
“Nell’esplorare il linguaggio comune e
la sensibilità poetica di tutti gli animali,
sto
lavorando per ritrovare il terreno comune che esisteva quando le persone
si
consideravano parte della natura e non fuori da essa.
Il
destino delle balene non può essere separato dal destino dell'uomo
e
il destino dell'uomo non può essere separato dal destino di tutta la natura.
Sto
esplorando nuove narrazioni che aiutano a costruire un ponte
attraverso
i confini artificiali che abbiamo stabilito tra noi e le altre specie”
si
consideravano parte della natura e non fuori da essa.
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