L’estate scorsa sono finalmente riuscita
a rivedere dopo tanti anni la mia cara amica Raffaella che vive a Verbania, e
finalmente sono rimasta in questa bellissima città per un tempo bastevole a
visitare almeno uno dei suoi splendidi giardini; quando ci sono stata la scorsa
volta era in marzo e avevo a mia disposizione poche ore, sufficienti solo per
il mio primo sguardo al lago Maggiore, una passeggiata sul lungolago
(fortunatamente baciato dal sole e sferzato da un vento non troppo forte) e una
polenta in compagnia!
Il giardino che ho visitato con
Raffaella era nella mia top 10 immaginaria dei giardini italiani che ho più
curiosità di visitare e non ne sono rimasta per nulla delusa. Nemmeno l’uragano
devastante dell’estate del 2012, che ha divelto alberi secolari custoditi nel
giardino, è riuscito a distruggerne l’eleganza e la magnificenza. L’estrema
cura nella sua manutenzione traspare in innumerevoli dettagli come ineccepibili
bordure da manuale, vasche di piante acquatiche, fioriture che si susseguono
diverse ogni mese, giardinieri sempre presenti e impegnati nei più minuziosi
lavori di manutenzione, e in una vista d’insieme che abbraccia prati verde
smeraldo e azzurre acque del lago. Forse avrete già capito che sto parlando dei
giardini di Villa Taranto a Verbania-Pallanza.
Questi giardini furono creati dal
capitano scozzese, Neil McEacharn a partire dal 1931. Egli era appassionato di
botanica ed innamorato dell’Italia, volle quindi creare un giardino che fosse
uno dei complessi botanici più illustri del mondo e con estrema generosità donò
poi la proprietà allo Stato Italiano, come dimostrano il monumento con il busto
del capitano ed il mausoleo in cui sono custodite le sue spoglie, collocato al
centro del parco.
Il giardino ti accoglie già così, con la Fontana dei Putti
immersa in un prato così verde da sembrare un pezzo d’Inghilterra.
Le piante sono tantissime, difatti il giardino vanta
numerose specie ed un ricco calendario
mensile di fioriture.
Bordure e aiuole curatissime
Piante rare e storiche
Molto mi rimarrà impresso di
questo giardino, in particolare una lingua d’acqua ricolma di fior di loto, una
visione emozionate in cui l’occhio può spaziare su questo verdissimo fiume
punteggiato dai delicati e mistici fiori rosa, ora in boccio, ora completamente
schiusi, ora già spogli.
Quando gli ultimi petali sono caduti si adagiano
dolcemente sulle inconfondibili e grandi foglie, lasciando scoperta la capsula
contenente i semi.
Ovviamente non ho resisto alla tentazione di giochicchiare con
queste fantastiche foglie usandole come impermeabilissimo scivolo per tonde e
fresche gocciolone d’acqua. L’atmosfera contemplativa prosegue sotto un
pergolato di legno e pietra che diffonde una fresca ombra verde, che finalmente
smorza il caldo umido nel quale ci muoviamo con difficoltà. In questo contesto
si inserisce benissimo una statua in pietra dal sapore indiano.
Ho visitato questo giardino dopo
l’uragano che ha sradicato diversi alberi secolari e abbattuto molte piante,
quindi non so dire se si notasse molto la differenza tra il prima e il dopo, ho
però constatato un lavoro immenso fatto per risollevare le parti del giardino
più colpite dall'incidente del 2012 e, grazie a questa cura e a questa voglia
di far tornare il giardino a splendere più di prima, i segni dell’uragano
visibili sono solo quelli volutamente lasciati alla visione del visitatore, a
ricordo della potenza distruttrice che in pochissimo tempo ha arrecato danni
ingenti.
Per maggiori informazioni sui periodi di apertura dei giardini, costi e visite guidate potete consultare il sito internet dell'Ente Giardini Botanici Villa Taranto.
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