Il giardino Torrigiani è un
meraviglioso polmone verde tra le mura antiche di Firenze e ha, a mio
avviso, un grande pregio oltre quello di avere numerose specie botaniche al suo interno, ha personalità. Un contributo a rendere indimenticabile la
visita a questi giardini è stata la presenza, in qualità di Cicerone, di Vanni
Torrigiani, uomo spiritoso, pieno di cultura e adrenalina che ci ha trasmesso
il suo grande amore per questi giardini e contagiato con la sua voglia di fare
e di progettare per renderli ancora centro di cultura e innovazione.
Vanni ha lasciato il suo lavoro
di avvocato per dedicarsi alla cura del giardino, e ha deciso di inseguire un
sogno che lo colma di passione, in un luogo in cui il lavoro è ogni giorno
fatica e sudore, ma anche bellezza e poesia e io me lo sono immaginato come il
Florentino Ariza di Gabriel García Márquez che proprio non era capace di
scrivere telegrammi freddi e concisi, ma preferiva le lettere d’amore.
Dicevo che questo giardino ha
personalità poiché è pensato e realizzato come un percorso iniziatico verso le
vette della conoscenza ed è pieno di simbolismi e richiami che spaziano dalla
massoneria all’arcadia ai culti egizi.
Innanzitutto questi giardini
hanno un’estensione e degli spazi inimmaginabili dietro una porticina tanto
piccola in una viuzza centrale di Firenze, magari chi è del posto sa che gli
alberi che vede dall’esterno appartengono a quella villa, ma io ne ero inconsapevole
e ne sono rimasta colpita; difatti ho poi scoperto che con i suoi 7 ettari, il
giardino Torrigiani è il più grande giardino privato d’Europa ad essere
compreso nella vecchia cerchia delle mura cittadine.
Il progetto di questo giardino fu
iniziato dall’architetto Luigi Cambray Digny nel 1813 su incarico del marchese
Pietro Torrigiani che desiderava creare un parco romantico all’inglese. In
seguito continuò i lavori l’architetto Gaetano Baccani, al quale si deve la
costruzione del torrino, centro simbolico del giardino.
Il percorso inizia con la statua
di Osiride che sorregge delle tavole con iscrizioni riguardanti le regole da
seguire per la visita del giardino, antiche norme intatte dal 1824.
Al centro di una grande aiuola
quadripartita si può ammirare il gruppo scultoreo che rappresenta Seneca con il
giovane Pietro Torrigiani.
Al temine del prato, che
rappresenta il giorno e la vita terrena, si apre l’accesso ad un boschetto
costruito su di una collinetta artificiale detto “bosco sacro” che sta a
simboleggiare la notte e la morte.
Il giardino è anche ricco di
specie arboree antiche e di pregio come il Fagus tricolor, l’Olea fragrans ed
un bellissimo esemplare di Ginkgo biloba.
Il giardino è privato e può essere quindi visitato solo su prenotazione, sul sito internet linkato all'inizio dell'articolo troverete i recapiti a cui rivolgersi per una visita guidata.
[le foto dell'articolo sono state scattate dalla sottoscritta durante la visita ai giardini, qualora qualcuno volesse utilizzarle per altri lavori si prega di chiederne il permesso o perlomeno di attribuirne la paternità all'autrice]
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