21 gennaio 2013

Lo zafferano (I parte)

 Image: 'Zafferano'
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La scelta di chiamare AZAFRAN il nostro blog (e in futuro, speriamo, il nostro negozio...) non è stata presa per caso; abbiamo sempre amato questa pianta, lo zafferano appunto, in spagnolo azafran, che secondo noi è una delle piante che più di tutte simboleggia il Mediterraneo e le terre che lo circondano, le sue tradizioni millenarie e la sua storia che si snoda tra antiche civiltà e popoli di mercanti e navigatori...


in foto  Image: 'tinto bene'
  
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La storia dello zafferano in effetti è molto antica e, solo per fare un accenno, potremmo parlare dell'importanza che questa pianta aveva per gli antichi Egizi, che la usavano per tingere le stoffe che poi venivano usate per avvolgere le mummie dei grandi faraoni, o gli Assiri e i Babilonesi, le cui donne usavano tingere le loro vesti con il colore tipico dato dalla pianta dello zafferano, che simboleggiava amore, vita, denaro, ed era, quindi, beneaugurante, oltre che avere un richiamo sessuale, visto che si considerava lo zafferano un potente afrodisiaco. In Persia, infatti, questa pianta era famosa proprio per le sue virtù afrodisiache. Questa credenza venne fatta propria anche dagli antichi romani, i quali usavano tingere le tuniche delle spose con questa pianta.
Oltre che fondamentale pianta tintoria, lo zafferano fu utilizzato anche come cosmetico, in quanto veniva usato dalle donne per “colorare” guance, labbra, unghie, capelli... Cleopatra, infatti, usava lo zafferano per dare alla sua bellissima carnagione un tocco dorato, e così anche tante regine dell'antichità persiana, babilonese ed assira.

Un altro utilizzo fondamentale, che nei secoli è giunto fino a noi, è quello in campo gastronomico, già apprezzato in antichità per quella caratteristica tonalità dorata che infonde nei cibi.
Lo zafferano, in antichità, dunque, fu merce preziosa e valeva quanto l'argento, tanto da essere alla base di miti e leggende. Secondo la mitologia greca, Croco era un giovane innamorato di una ninfa appartenente al dio Hermes, Smilace; a causa di questo tragico amore, ostacolato dagli dei, Croco venne tramutato nella pianta dello zafferano, Crocus Sativus, appunto, e Smilace fu tramutata nella pianta della salsapariglia (Smilax aspera).

Image: 'macro purple crocus'
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Anche nella mitologia romana è presente un episodio relativo allo zafferano: il giovane dio Mercurio, gareggiando al lancio del disco, sbagliò la mira e colpì il suo caro amico Crocus, che morì. Dal sangue fuoriuscito dalla ferita mortale, spuntò una pianta blu violetto dagli stigmi dal caratteristico colore che richiamano al sangue di Crocus. Da allora la pianta simboleggia la forza vitale e la resurrezione. Lo zafferano, in effetti, simboleggia la ricchezza spirituale, la vita e la resurrezione. La resurrezione è sicuramente da collegarsi all'andamento vegetativo che ha questa pianta: durante i mesi estivi di lei non c'è traccia, in quanto i bulbi, a riposo, si trovano sottoterra e la pianta, ai nostri occhi, scompare, riemergendo in autunno, allorquando dal bulbo si originano delle spate, che daranno vita alle foglie e poi agli splendidi fiori.

Image: 'Crocus sativus L / azafran'
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La tonalità così calda e fragrante di questa pianta si accosta con grande naturalezza e sintonia alle terre del sud, passando dall'Italia alla Spagna, dalla Grecia al Marocco, nazione in cui si coltiva, ai piedi del magico Atlante, lo zafferano migliore al mondo, di cui presto parleremo diffusamente, accennando anche a qualche ricetta marocchina!

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